Il mio supporto elettrico

Nelle mie serate osservative ho avuto modo di appurare che i problemi che possono insorgere sono molteplici. Ma uno dei più frequenti è dovuto alle pile che si scaricano.
La mancanza di energia elettrica, sia sulla montatura sia sul portatile o su altre attrezzature è diventata quasi una dannazione.
Si rischia di perdere la possibilità di riprendere o di osservare un particolare fenomeno solo perché ci siamo dimenticati di portarsi dietro delle batterie di scorta.
L'avvento inoltre di nuovi accessori elettronici (computers, ccd, autoguide, sistemi di puntamento automatico) ha comportato un notevole incremento del fabbisogno elettrico.
Fino a poco tempo fa utilizzavo solo la motorizzazione della montatura e un cavo dalla batteria della macchina al telescopio era sufficiente.
Oggi, invece, devo allontanarmi a volte di alcune decine di metri dalla macchina, uso il portatile, ho realizzato delle fasce per evitare la condensa sulle ottiche. Il fabbisogno energetico si è innalzato e il rischio di black out è diventato più alto. 
Ho deciso di realizzare perciò una scatola di supporto elettrico, che mi permetta, con poco ingombro e un peso relativo, di poter avere energia a sufficienza per tutti i dispositivi elettrici e, se del caso, di cederne un po' a qualche amico meno previdente.
Questa scatola è stata realizzata in compensato da 1 cm e ha dimensione esterne di 55 x 22 cm mentre l'altezza è di 24 cm.
Come possiamo vedere la scatola è divisa in tre parti.
La parte centrale contiene una batteria da auto (omaggio di un mio amico meccanico), usata ma ancora in buono stato. Ha una capacità di 200 A e un rilascio di 40 A/h, il che mi permette di operare nella massima tranquillità per tutta una notte, anche se particolarmente gelida.
Sul lato destro vediamo una piastra sulla quale ho fissato tre serie di attacchi per collegare sia morsetti sia innesti a banana. Tali attacchi sono collegati direttamente alla batteria per potersi collegare con utenze funzionanti a 12V in corrente continua.

Sotto, invece, vediamo una comune presa di corrente alternata. Tale presa è collegata all'inverter (ne parleremo fra un attimo) per poter utilizzare apparecchiature che richiedono un'erogazione a 220V in alternata.
Per poter far passare i cavi ho provveduto a creare un piccolo basamento in legno sotto la batteria nel quale ho creato un canale per fare passare tutti i cablaggi che, soprattutto per i 12V, devono essere effettuati con un cavo da almeno 2,5 mm di sezione.
L'ultimo problema da risolvere riguardava il computer portatile. Le batterie, anche se nuove, non durano molto e se attacchiamo una webcam la loro durata si accorcia. Le alternative erano due: acquistare un trasformatore da 12V a 18V per alimentare il portatile o comprare un inverter al quale potessi attaccare direttamente l'alimentatore del computer. Ho optato per quest'ultima soluzione, anche se più dispendiosa in termini energetici (consumi maggiori) in quanto la presa a 220V mi permette di avere più opzioni di lavoro mentre il trasformatore funzionava solo per un PC.
L'inverter, che nella prima foto vediamo sopra la scatola, normalmente alloggia all'interno della sezione di sinistra, scollegato dalla batteria per non consumare corrente. Al momento dell'utilizzo viene estratto, collegato alla batteria e alla presa di corrente ed è così immediatamente funzionante.
La scelta di non tenerlo fisso ma di alloggiarlo in un vano realizzato nella scatola mi permette di poterlo utilizzare anche autonomamente, ed inoltre nell'alloggiamento posso mettere anche cavi di scorta o altri oggetti. L'inverter è stato acquistato da 350W anche se la potenza richiesta da un portatile è meno di un terzo. Ciò mi permette, in caso di necessità, di alimentare altre apparecchiature.
Per finire ho preso una cinghia per sollevare le tapparelle delle finestre è ho realizzato due manici per il trasporto.
Il costo di tutto? Meno di 100 Euro. Il peso? Circa 14Kg. In fin dei conti il peso è nella batteria da auto. E' possibile utilizzare anche batterie da moto o al piombo ma questa soluzione mi fornisce potenza in abbondanza e la ricarica avviene semplicemente con un normale carica batterie da auto.
Ricapitolando il materiale impiegato è stato il seguente:
n°6 boccole da pannello (tre rosse e tre nere) - presso un rivenditore di materiale elettronico
n°1 presa da parete 220V 10A - presso un normale elettricista
n°1 inverter da 350W (si può usare anche più piccolo) - presso un rivenditore di materiale elettronico
n°1 batteria da auto - provate dal vostro meccanico. Se vuole una la trova!!!
n°1 scatola di compensato - il materiale si può acquistare tagliato su misura in qualsiasi negozio di bricolage.