Un filtro solare "variabile"

Sappiamo perfettamente tutti che l'osservazione del Sole richiede l'uso di filtri appropriati, per non incorrere in gravi rischi per la nostra vista. L'uso improprio di filtri non adeguati o l'osservazione del Sole senza adeguata schermatura possono portare anche alla cecità.
Il maggior patrimonio di un astrofilo sono i propri occhi e perciò, oltre alle varie motivazioni che ci spingono a curare i nostri occhi, a maggior ragione dobbiamo tenerli ben protetti.
Sono assolutamente da sconsigliare (e fortunatamente sembrano ormai usciti di commercio) i filtri "solari" da avvitare all'oculare di un telescopio. Li ho usati anch'io, lo ammetto, quando le mie conoscenze erano molto inferiori a quelle odierne e quando non si trovava molto sul mercato.
Oggi, per fortuna, ci sono filtri in astrosolar, mylar, vetro ottico, prismi di Herschel, filtri selettivi in H Alfa. Insomma chi più ne ha più ne metta.
Ma la voglia di costruirsene uno con le mani proprie è una prerogativa di molti astrofili "smanettoni" come me.
Prendendo spunto da un articolo uscito su una rivista in cui l'autore aveva usato una vecchia pentola di alluminio, e consigliandomi con alcuni amici, ho preferito realizzarne uno in legno ma che avesse delle caratteristiche che non ho trovato in alcun altro filtro solare sul mercato. Insomma, volevo qualcosa di "speciale".
Ho preso del legno compensato da 4 mm di spessore e ho ritagliato due dischi di uguale diametro, larghi quanto l'apertura del tubo del mio telescopio (un Celestron C 9 1/4 in Carbonio). 
A uno dei due dischi ho applicato una striscia di materiale plastico (ma va bene anche il laminato di alluminio o il compensato per modellismo da 1,5 mm) sufficientemente flessibile in modo da fargli il bordo.
 Ho praticamente realizzato un coperchio come quello del telescopio. Su questo coperchio ho ricavato due fori (nel mio caso di circa 7,5 cm di diametro l'uno) opposti l'uno all'altro e con il centro a circa 6.5 cm dal bordo esterno.
L'altro disco è stato invece forato in maniera diversa. Un foro è esattamente in corrispondenza del corrispondente sul coperchio mentre per il secondo ho optato per una specie di asola. Si tratta in parole povere di due fori appaiati e a contatto sul bordo. 
Il primo diametralmente opposto al precedente  foro realizzato.
Ho poi tagliato la parte eccedente in modo da avere questa forma a "fagiolo".
Nel centro dei due cerchi ho realizzato un foro di 3 mm di diametro nel quale ho fatto passare una vite che servirà come perno di rotazione.
Da ultimo rimaneva da realizzare i filtri veri e propri. Ho usato una pellicola di astrosolar che ho attaccato con nastro biadesivo su dei quadrati di cartone di circa 11 cm di lato e con un foro centrale di circa 7,5 cm. In questo modo ho potuto applicare la delicata pellicola di astrosolar su un supporto liscio e che facesse da distanziatore rispetto al compensato, in modo da non correre inutili rischi di rovinarla. Inoltre così era più facile tenderla. Ho poi incollato il cartone con colla vinilica nella parte interna del coperchio, logicamente in corrispondenza dei fori.

All'interno della fascia interna del coperchio ho applicato delle strisce di carta vellutata adesiva in modo da raggiungere un diametro interno tale da far entrare leggermente a forza il filtro sul tubo del mio telescopio e non farlo graffiare.
Non ho volutamente verniciato il filtro in quanto i riflessi nella parte interna, vista la quantità effimera di luce che penetra, sono irrisori, mentre nella parte esterna il colore chiaro del legno riflette una buona parte del calore.
La parte esterna (e ruotante) del filtro, per intenderci quella con l'asola, serve a due scopi:
il primo è quello di garantire una certa protezione all'astrosolar in quanto, opportunamente ruotata, chiude quasi completamente i fori del coperchio;
il secondo scopo invece è quello che rende "speciale" questo filtro. Il filtro ha due fori che, oltre a ridurre l'apertura del telescopio, possono funzionare come una maschera di Hartmann facilitando la messa a fuoco. Logicamente in questo caso dovremo usare una piccola macchia solare come riferimento in vece di una stella.
Inoltre, in caso di forte turbolenza atmosferica, potremo ruotare la parte superiore del filtro restringendo fino a chiuderlo del tutto uno dei due fori, mentre l'altro resta aperto. In questo modo regoleremo sia la quantità di luce che penetra sia anche le dimensioni dell'apertura del telescopio che diventerà così meno sensibile alla turbolenza atmosferica, sempre molto elevata in vicinanza della nostra stella.
Il costo di tutto è stato di pochi Euro, per un po' di compensato, un foglio di astrosolar, qualche chiodino, un tubetto di colla vinilica e un po' di velluto adesivo (ma vanno bene anche i feltri da applicare sotto le sedie. Il resto è stato solo un po' di tempo libero e un po' d'immaginazione, in questi giorni di Pasqua 2004 caratterizzati dal maltempo.

Renzo Del Rosso